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L’EDITORIALE

 

BRAVO DAVIDE. UN RICORDO DEL NOSTRO DIRETTORE EDITORIALE DAVIDE DONDENA
di Ezio Greggio
Parlare di Davide in poche righe per me non è cosa semplice.
Una quarantina d’anni vissuti insieme non si possono sintetizzare. Ci conosciamo da quando eravamo ragazzi, pieni di sogni, di idee, di progetti.
Come “Made in Biella” che col suo impulso, la sua esperienza nell’editoria, è diventata per il biellese una grande realtà giornalistica e di promozione del mondo tessile nel mondo. Anni fa vidi una copia della rivista in bella vista nella sala d’attesa della casa di moda di un amico in California che lavora con le grandi star del cinema e lo chiamai: ricordo la sua reazione compiaciuta, l’orgoglio di essere l’editore di un giornale che veniva esposto, apprezzato e letto in un luogo così lontano da Biella.
Mi sembra di rivederlo quando lo incontrai per la prima volta a Cossato: un bel ragazzo, intelligente, dal sorriso aperto, altruista e per tanti aspetti geniale. Davide aveva la capacità di farsi volere bene.
Quando l’abbiamo salutato per l’ultima volta a Milano la Chiesa era piena zeppa di gente venuta da tutte le parti d’Italia. Una marea di persone e tante di esse hanno voluto leggere un ricordo proprio perché era un bravo ragazzo che ti lasciava dentro un segno, un eterno giovanotto che se ti dava la sua parola la manteneva, che rispettava gli amici, i clienti nel lavoro, i rapporti col prossimo, la sua famiglia.
Davide ha vissuto curando le sue attività e le sue passioni, ma dedicando sempre lo spazio necessario ai figli.
Con Matilde e Leopoldo passava sempre un sacco di tempo occupandosi della scuola, dei loro interessi, del loro futuro. E chi lo ha conosciuto bene sa che dietro al suo tono un po’ burbero nascondeva una dolcezza ed una semplicità di altri tempi.
Ed anche alla fine ci ha dato un grande esempio. Mai un lamento, mai una parola fuori luogo. Nonostante con ogni probabilità avesse intuito che direzione avesse preso la sua strada per colpa di quella bestia di malattia che non ti da scampo, al massimo qualche tregua. Lui ha stretto i denti lasciando ai figli, a Paola ed a noi tutti un segno di grande dignità e coraggio.
Tanto era una persona tranquilla nella vita normale quanto ci ha rivelato di essere un coriaceo lottatore nell’ultima fase. Un leone che ha sorpreso pure i suoi medici, esterrefatti dalla sua forza e caparbietà.
Sono contento di averlo fatto ridere fino agli ultimi giorni quando ancora riusciva ad alzarsi, ad andare sul terrazzo e mentre fumava la sua inseparabile sigaretta, scherzavamo sull’eterna nostra diatriba sul tifo di Juve e Inter, la sua squadra del cuore. O quando sempre alla fine dei suoi giorni ha rasserenato i figli giocando con loro a mimare i titoli dei film.
Ma io che di mestiere faccio l’attore so che lo ha fatto per noi, so che voleva stemperare la tensione, so che ci voleva dare una lezione di come si affrontano momenti come quello. Ci ha sorpreso.
È andato incontro al suo destino da grande uomo, ha aspettato che Leopoldo gli dicesse che l’esame di maturità era andato bene, gli ha sussurrato “bravo” forse è stata l’ultima parola. Poi ha chiuso gli occhi e si è addormentato. “Bravo tu Davide”, grazie per il tempo che ci hai dedicato, sei e sarai sempre qui con noi nei nostri pensieri. Il tuo nome stampato su questo e sui prossimi numeri di Made in Biella continuerà a mantenere vivo il tuo ricordo.