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L’EDITORIALE

 

ELEGANZA, UN VALORE NON SOLO ESTERIORE

Nel millennio dell’omologazione e del conformismo, l’eleganza può apparire come un valore effimero, riservato a pochi fortunati che non hanno nulla di più impellente e grave di cui preoccuparsi. E invece l’eleganza, come avveniva in passato, può rappresentare un plus non irrilevante in una società, come la nostra, così attenta alla comunicazione e all’immagine.
Attenzione però: parliamo di eleganza, non di esibizionismo eccessivo o narcisismo inutilmente ostentato in una gara sempre più ricca di esteriorità e sempre meno rivolta ai contenuti, che soprattutto sui social network e sui media in generale si manifesta in modo sguaiato con la proposta di outfit assolutamente inadeguati se non addirittura inopportuni.
L’eleganza è anche sobrietà, misura, nobiltà del gesto e buone maniere. È il miglior biglietto per una persona, ma non solo: anche una casa può essere elegante e non solo nella sua ricercatezza, ma nel buongusto con cui viene arredata. Un oggetto può essere elegante, come ci spiegano i grandi interpreti del design; una città può risultare elegante da visitare e percorrere nel suo centro storico. Anche un contesto sociale è più gradevole se caratterizzato dall’eleganza dei suoi componenti.
Premesso che l’eleganza può essere un talento naturale o il frutto di una educazione e che non si caratterizza solo con gli aspetti esteriori, ma con la qualità delle nostre personalità, va comunque detto che anche il modo di apparire può far giungere, in modo più diretto, un messaggio di eleganza, attraverso ciò che indossiamo, il luogo in cui viviamo, le scelte che facciamo.